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Estate verso il poker cash Game

Poker Legale - il Poker in Europa - Poker cash legale in Italia

Si è scritto molte volte, sia nel 2025 che nell'anno in corso, ma questa volta sembra che l'attesa sia terminata (quasi) per il poker cash game e nel giro di poco tempo (settimane o forse mesi) si potrà giocare al cash a tutti gli effetti. Tutti sappiamo di quanto è stato laborioso l'iter che ha portato al decreto definitivo. Ma come sappiamo tutto il mondo è paese o al contrario all'estero hanno saputi essere più rapidi e pratici? E' utile dare uno sguardo a come è regolamentato il poker in altri paesi.

 

Francia: la questione che ci interessa più da vicino è quella della Francia, non soltanto per situazioni di vicinanza. La Francia, che ha legalizzato il gioco nel giugno del 2025, si è ispirata per molti aspetti alla nostra legislazione, a partire dalla presenza di un'Autorità di controllo e regolamentazione , l'ARJEL (Autorité de Régulation des Jeux En Ligne), che rilascia le concessioni ai siti online (all'inizio 35, ma il numero è in continuo aumento) e vigila su eventuali irregolarità: in pratica, l'equivalente della nostra AAMS.

Nei primi sei mesi di attività: 5 miliardi di euro, di cui 3,7 soltanto con il poker cash game.
Quello che è differente è il rapporto tra le due modalità "torneo e cash": se in Italia ci sono voluti quasi tre anni prima che fossero equiparate, in Francia hanno avuto la bella pensata di consentirle entrambe in vigore della legge. Una brillante idea che diventa geniale se passiamo alla lettura dei dati sulla raccolta de primo semestre di attività: 5 miliardi di euro, di cui 3,7 soltanto dal poker online cash game. In altre parole, in sei mesi il poker cash francese ha raccolto più di quanto abbia fruttato il poker italiano in un anno.
Altri dati sembrano certificare la bontà del modello francese: 2,9 milioni di conti di gioco e un a media settimanale di 500 mila giocatori attivi. Ma non mancano le voci dissonanti,, come quelle di BetClic-Everest Group, che non le manda a dire: "E' la peggiore legge d'Europa. Non ci permette di andare avanti per le troppe tasse, il perimetro dei giochi autorizzati è troppo limitato e il tasso di ritorno a giocatori stessi è troppo basso. E' una legge che spinge gli operatori a non investire in Francia, se non vogliono aprire aziende in perdita: nei primi sei mesi abbiamo perso circa 25 milioni di euro".
Il gioco illegale non è comunque stato debellato, tutt'altro: la percentuale di denaro raccolto dai siti non autorizzati non è chiara, va dal 33% dichiarato dal governo al 70% sostenuto da molti operatori. "Del resto, con venti addetti al controllo, l'ARJEL non può far molto", prosegue il responsabile del gruppo. "In Cina per chiudere 2.500 siti illegali hanno impiegato 40 mila persone. La questione è leggermente differente".

Il Poker in altri paesi europei.

Svizzera: E' stata uno dei primi paesi in Europa a definire il Texas Hold'em, nel 2025, un gioco di destrezza. Il poker online è stato ufficialmente legalizzato nel 2025 e i problemi, casomai, riguardano il gioco nel poker live: dal 1° agosto il governo svizzero ha proibito il poker dal vivo nei circoli, limitandone l'attività ai soli Casinò.

Svezia: Tiene ancora banco l'annoso dibattito: il poker è un gioco di fortuna o di abilità? A deciderlo sarà la sentenza dei giudici su  un caso risalente al 2025 quando, nella cittadina di Grebbestad, quattro persone furono multate e arrestate per aver organizzato un torneo di poker. Solo dopo questa sentenza si potrà iniziare a discutere di una regolamentazione che ponga fine al monopolio della Svenska Spel e apra le porte della Svezia agli operatori stranieri, almeno ufficialmente. La realtà è leggermente diversa, altrimenti non avremmo mai sentito parlare di Isidur. Il modello più apprezzato e proprio quello italiano.

Spagna: Lo scorso 4 febbraio, a grande richiesta di un settore che nel 2025 ha fatto registrare un fatturato di circa 315 milioni di euro. Il Parlamento ha approvato il disegno di legge che tra qualche mese regolamenterà il gioco online e porrà fine al vuoto legislativo che durava da qualche anno. Sul modello Italia e Francia, è prevista un'autorità di controllo, la CNJ (Commisiòn Nacional del Jeugo), che rilascerà le concessioni e vigilerà sul rispetto delle norme in vigore.

Bulgaria e Romania: I Paesi balcanici vanno come sempre controcorrente e a fine 2025 hanno presentato alla UE due disegni di legge molto simili che non hanno proprio suscitato reazioni euforiche a Bruxelles. Per esempio, nella normativa bulgara si leggeva che "tutti gli operatori devono mantenere una sede in ciascuna delle 28 regioni del Paese" e "devono trovare la loro attrezzatura, server e personale in Bulgaria". Questo va ovviamente contro le leggi sul libero scambio all'interno dei Paesi UE e la Commissione ha quindi rimandato al mittente le proposte dei due Paesi.

Regno Unito: Il Gambling Act del 2025 aveva legalizzato e liberalizzato il gioco online con grande anticipo rispetto al resto d'Europa, ma (sulla scia di numerosi allarmi sulla diffusione del gioco di azzardo presso gli adolescenti) il nuovo governo starebbe pensando a un blocco verso gli operatori esteri, una specie di UIGEA made in UK (vedi Norvegia). Non è stata comunque ancora presa alcuna decisione in questo senso.

Olanda: Il Paese della liberalizzazione si sta finalmente muovendo in questa direzione anche per quello che riguarda il gioco online. L'AAMS olandese si chiama STIOG (Stichting Online Gaming) e ha chiesto al governo di porre fine al monopolio dei casinò e al conseguente ostracismo verso le aziende con sede all'estero, che nel 2025 aveva dato origine anche una a causa di Betfair. In quell'occasione L'Unione Europea intervenne, notificando al governo di Amsterdam un'infrazione delle leggi europee sul commercio. Il testo dovrebbe essere presentato alla Camera dai Rappresentati già in questa primavera.

 

Norvegia: Dal 1° giugno è in vigore una normativa molto severa, sul modello di quella UIGEA (Unlawfull Internet Gambling Enforcement Act), l'ambigua legge sul gioco promulgata nel 2025 dagli Stati Uniti. La nuova legge vieta le aziende che si occupano di "smistare" transazioni di pagamento di verificare che queste siano gestite da operatori autorizzati o meno.

Germania: Il mercato tedesco è da anni chiuso in un rigido monopolio detenuto dai casinò, ma contemporaneamente abbondano i siti illegali di poker e scommesse. E' allo studio una normativa che legalizzi e controlli il gioco online, sulla spinta di quanto proposto nel 2025 dalla regione dello Schleswing-Hostein, che pianificò una liberalizzazione del gioco attraverso un regolamento interno al proprio stato. La posizione dei vari Lander è molto variegata: c'è chi è favore del monopolio e chi invece spinge per la privatizzazione e la tassazione degli introiti delle varie aziende, secondo il classico modello italiano e francese. Quest'ultima proposta, secondo le loro stime, porterebbe a incassare ben otto miliardi di euro all'anno.

Danimarca: Una vecchia legge del 1911, che impone l'astronomica tassa del 62% su tutte le vincite, blocca la diffusione legale del poker nel Paese di Gus Hansen. E pensare che la Danimarca è uno dei maggiori produttori al mondo di fenomeni online. Da metà 2025 il governo è perciò al lavoro per regolamentare il settore, ma una serie di dispute sugli aspetti economici e fiscali (relativi al costo delle licenze e alla tassazione sulle vincite lorde) ha fatto slittare ogni decisione alla prossima estate.

Ultimo aggiornamento (Lunedì 11 Aprile 2025 14:02)